lunedì 1 febbraio 2016

Val di Fassa Running 2015



Contavo di scrivere un post ogni giorno, ma alla fine ha prevalso il desiderio di godersela fino in fondo, questa gara durata cinque giorni.
Mi fa strano chiamarla gara, anche se come sempre la componente agonistica esce prepotente, e l'obiettivo dei primi cento della classifica generale ha ravvivato le ultime tappe.
Sì, perchè, contro ogni previsione, invece di soffrire sempre di più, è successo che le mie gambe si sono in un certo senso abituate ad andare su e giù e non più in piano, per cui le sensazioni, di giorno in giorno, sono decisamente migliorate, fino ad arrivare alle ultime due tappe in cui non c'era più dolore; stanchezza sì, ma non più dolore.
Ho cercato di tenere in salita, devo proprio imparare ad andare in salita, lì mi passavano sempre tutti, e mi sono buttato a rotta di collo in discesa, forte dell'incoscienza di chi non si è mai fatto male cadendo.
Superato il battesimo della prima difficilissima tappa, le seguenti quattro sono state un appuntamento atteso ogni giorno, ma non più così temuto.
Solo il tappone finale, con la sua salita continua, mi spaventava un po', anche se, conquistata la centesima posizione in classifica il giorno prima, ero quasi sicuro di non poterla in ogni caso conservare in una tappa senza discesa, e quindi l'ho affrontato con relativa tranquillità.
Invece ho avuto la bella sorpresa di restarci, alla fine, nei primi cento, e questo è stato un motivo di soddisfazione in più, visto che alla vigilia non ero nemmeno sicuro di poterla portare a termine, questa settimana.
Porto a casa tante sensazioni positive, vissute con l'appuntamento fisso con quegli amici con cui ogni giorno ho condiviso qualche minuto prima e dopo le varie tappe.
Ho corso bene e mi sono divertito su terreni diversi dall'asfalto, ho scoperto che ero l'unico a cui l'orologio suonava ogni chilometro, mi sono ritrovato ad essere sempre un po' meno un pesce fuor d'acqua in mezzo a tanta gente che il pettorale non se lo spilla sulla maglietta ma lo lascia pendere davanti ai pantaloncini.
Impareggiabile poi l'arrivo sull'altopiano del Ciampedie, coloratissimo per l'occasione del nostro arrivo.
Non dico che correrei sempre così, ma una volta ogni tanto non mi dispiacerà rientrare in questa dimensione parallela.
Basta guardare la foto che ho messo qui per capire il perchè. 


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