giovedì 2 febbraio 2012

Lucida follia

....o almeno questo è quello che dobbiamo sembrare noi runners a chi runner non è....
Il problema principale del runner, in questi giorni di maltempo, nevicate e gelo in arrivo, è senza dubbio uno solo: come continuare ad allenarmi anche in queste condizioni???
Il che poi si declina di solito nell'ansia del non riuscire a seguire alla lettera la tabella "magica", consigliataci dall'amico dell'amico, che dovrebbe portarci a concludere la prossima gara con risultati simil-keniani.
In realtà i forum di corsa in questi giorni pullulano di consigli su dove correre, che tipo di neve privilegiare, come evitare di scivolare e infortunarsi, come eseguire un allenamento allenante nonostante le condizioni avverse, come chiodare le normali scarpe da strada, come asciugarle in tempo per l'allenamento successivo previsto dalla famigerata tabella senza dover ricorrere al calorifero o all'asciugatrice, che ne comprometterebbero in maniera irrimediabile le caratteristiche tecniche. 
Se un non-runner dovesse leggere queste farneticazioni, avrebbe pochi dubbi sul fatto di trovarsi di fronte a casi patologici.
Che però sono molto più diffusi di quanto si pensi.
I matti sono matti, e provare a ricordarglielo peggiora solo la situazione, perchè loro saranno sempre convinti di essere nel giusto, e che i matti siano gli altri.
Questa lunga premessa per spiegare i motivi che mi hanno spinto a non considerare nemmeno di rimandare la mia uscita di questa mattina.....ore 5:15.....unico orario possibile prima di un turno lavorativo di 24 ore.
Il problema è che la suddetta tabella, in vista di Treviso, appuntamento cardine dei primi mesi dell'anno nel mio calendario, per oggi prevedeva 3 ripetute da 3km da correre a ritmo sostenuto.
Una parola!
L'abbigliamento era quello delle solite uscite mattutine con temperature intorno allo zero: maglietta intima termica, doppia maglia termica a manica lunga, pantaloni lunghi, doppio guanto e passamontagna tecnico: si fa un po' più di fatica a respirare bene, ma per lo meno si riesce a parlare e a sorridere una volta tornati a casa (provate a correre un'oretta a -5° senza protezioni sul viso, e poi provate a fare un bel sorriso!)
Ovviamente non mi sono preoccupato tanto del fatto che il ritmo che riuscivo a tenere fosse più lento di quello previsto; più che altro mi sono basato sulla sensazione di fatica, cioè sul respiro e sull'impegno muscolare, che evidentemente sulla neve viene amplificato.
Ne è uscito un discreto allenamento, 2 ripetute (invece delle 3 previste), ma corse bene, con buon impegno.
In totale 8km corsi in un paesaggio surreale, in un centro città con strade immacolate e macchine ancora più scarse del solito.
Adesso aspetto il weekend: pare non debba più nevicare, ma dovrebbe arrivare il freddo vero, quello da -10°....e io sabato dovrei fare il lunghissimo per eccellenza, l'ultimo prima di Treviso, l'over-35......vedremo quanti riuscirò a portarne a casa!


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